Troncamento di verbi

Ho cercato in vano sui dizionari e mi chiedo se ci sia qualche sito che spieghi perché il troncamento di alcuni verbi. Es. Non mi posso far (fare) travolgere dal dolore. Che vuol (vuole) dire.
C’è qualcuno che Possa autarmi?

Errata-aiutarmi.

I verbi che finiscono in “e” possono essere troncati per motivi eufonici, cioè per suonare meglio. “Che vuol dire?” è più gradevole all’orecchio di “Che vuolE dire?”. La forma “intera” è comunque corretta. Con la pratica si impara quando fare il troncamento.

PS: “invano” si scrive in una parola sola.

I verbi che finiscono in “e”? Ma tutti i verbi italiani finiscono in “e”? Certo? Forse hai voluto dire quei che finiscono in “e” dopo esser coniugati.

Per sapere quando troncare i verbi, normalmente io lo faccio quando c’è un altro verbo nella stessa frase oppure i verbi coniugati come “vuole” certamente. Mikebond ha ragione, la frase suona più “gradevole all’orecchio” quando lo facciamo.

Sì, certo, Eduardo: intendevo proprio i verbi coniugati, ma il troncamento si fa spesso anche con gli infiniti, soprattutto voler(e), poter(e) e dover(e) seguiti da un altro infinito. Per esempio: “dover andare a casa” anziché “dovere andare…”
In questi casi il troncamento serve a evitare l’incontro di due vocali (che qui formano uno iato), che non è gradevole da sentire.

Una precisazione: i verbi coniugati che finiscono in “e” all’indicativo presente. Con la terza persona singolare del condizionale, non si fa (cioè non si può scrivere *potrebb essere, al massimo potrebb’essere con l’apostrofo, ma non l’ho mai visto usato, se non in letteratura).